Recensioni Band
Recensione Per APAGOGE
Nati nel 2007 in quel di Ravenna, gli Apagoge sono una nuova realtà del panorama metal nostrano. Il quintetto, formato da William alla voce, Christian alle chitarre, Batti al basso, Simone alle tastiere e Matteo alla batteria, è fautore di un power metal decisamente interessante e accattivante. Il gruppo infatti, senza limitarsi a riproporre dei cliché ampiamente abusati, decide di arricchire la propria musica con suggestioni al limite del prog, senza disdegnare passaggi tipicamente thrash e condendo il tutto con spruzzate di metal sinfonico. Dopo un primo demo datato 2007, i ragazzi tornano in studio nel 2011 e ad Ottobre esce “Ambition”. L'opera, divisa in quattro tracce per una durata complessiva di poco più di 20', colpisce fin da subito per la varietà e la solidità degli arrangiamenti. Il combo nonostante sia solo al secondo lavoro, sfodera un songwriting di buon livello, che denuncia una certa maturità in fase compositiva. Molto buona anche la preparazione tecnica degli Apagoge: la band ostenta fiducia nei propri mezzi, gestendo con la sicurezza tipica di artisti navigati anche i passaggi più arzigogolati. Dando un ascolto attento all'ep, le influenze si riescono ad individuare molto facilmente: l'ispirazione viene dai soliti noti del power (Sonata Arctica e simili, ma anche Iced Earth e Angel Dust) e dal thrash di casa Metallica e Nevermore, il tutto però rielaborato con gusto e personalità. All'ascolto, rimarrete piacevolmente stupiti dall'ottimo lavoro della sei corde, che macina riff senza sosta e spara assoli taglienti e raffinati. Non da meno il lavoro del quattro corde di Batti, capace di dare corposità e “profondità” a ciascuna delle quattro tracce qui presenti. Un plauso sincero va anche a William dotato di una voce lontana anni luce dalle ugole acutissime e pulite della stragrande maggioranza dei cantanti power metal. Il timbro del singer è basso ed espressivo, talvolta evocativo e teatrale, talvolta più violento e feroce. Il giovane non sembra a disagio neanche nei passaggi in growl, eseguiti con sufficiente perizia. L'unico appunto va fatto alla batteria: non pensiate che Matteo pecchi in precisione o varietà, anzi, il problema è che talvolta ci è parso che il drummer si facesse prendere eccessivamente dall'euforia, risultando pertanto troppo veemente. Ne volete un esempio? Basterebbe ascoltare talune parti dell'opener “Ambition” o “The Wooden Door” per rendersi conto che quanto appena detto corrisponde alla verità. La sovrabbondanza di blastbeat distoglie l'attenzione dell'ascoltatore dalle melodie, influendo negativamente su quanto di buono fatto. A Simone e alle sue tastiere è demandato il compito di incorniciare le canzoni. Il tastierista si diverte a costruire le atmosfere portanti di ogni pezzo, rivelandosi prezioso come non mai e arricchendo l'aspetto emotivo di ogni episodio musicale. Se dovessimo scegliere un brano rappresentativo, la scelta cadrebbe senza dubbio alcuno sulla teatrale “Smeagol”, in assoluto la track più completa e riuscita del lotto. Tra atmosfere al limite del prog, sferzate dal sapore avantgarde e momenti più accomunabili al power e al thrash, “Smeagol” ammalia e convince fin dal primissimo ascolto, guadagnandosi la palma di miglior brano. Purtroppo dobbiamo segnalare la pessima qualità audio di cui gode il disco. I suoni, impastatissimi, sono quanto di peggio mi sia capitato di sentire ultimamente: chitarre e batteria sono quelle che ne escono peggio, a causa di un missaggio davvero mal riuscito. Nonostante qualche piccolo difetto -dovuto probabilmente anche alla giovane età del progetto- “Ambition” rimane comunque un lavoro di tutto rispetto, che non mancherà di accontentare tutti gli appassionati della buona musica. Per ora promossi, in attesa, magari, di un piatto più sostanzioso. Recensione da parte di Truemetal.it
4655 giorni fa · Da APAGOGE APAGOGE
Recensione Per APAGOGE
Ambition è un titolo che si rivela alquanto efficace per gli italiani Apagoge, band formatasi nel 2007 e giunta da pochi mesi alla pubblicazione del secondo EP totalmente autoprodotto, dopo aver dato alla luce Berserk nel 2008. Fautori di un power melodic metal a tinte prog ed epic, i cinque ravennati dimostrano di essere un gruppo forte e compatto e, appunto, ambizioso. La loro forza sta soprattutto nell’aver raggiunto una maturità compositiva davvero degna di nota; nonostante si presentino al pubblico dall’alto di appena quattro canzoni, l’insieme si rivela infatti micidiale. Avvalendosi di un’autoproduzione di alto livello e di un suono d’insieme molto ben definito, gli Apagoge hanno saputo concentrare i loro sforzi -fortunatamente- anche sulle canzoni stesse, dimostrando di avere in serbo delle idee tutt’altro che limitate o confuse, come sarebbe pur lecito aspettarsi da una band giovane, in piena fase di sviluppo. Prendendo come punto di partenza un sound che faccia della potenza tipica del power e delle atmosfere prettamente sinfoniche i propri vessilli, i Nostri hanno saputo destreggiarsi in più ambiti, senza voler spingersi ostinatamente troppo al di là del necessario, ma neppure per questo rischiando di limitare in alcun modo le proprie esigenze creative. Spesso è complicato ottenere un riscontro effettivo basandosi su quattro tracce soltanto, ma non è questo il caso. I pezzi qui presenti sono infatti essenziali per capire di che pasta sono fatti i nostri cinque giovani musicisti emiliani, a partire dalla titletrack Ambition, che ci mostra una band in formissima che pone i propri pilastri nella voce del cantante Willy e nelle ritmiche serrate del drummer Teo, una vera forza d’urto, implacabile e costante. Nonostante la canzone duri sei minuti, presenta alcuni momenti più rallentati, in cui prevalgono le atmosfere create da delle tastiere davvero ispirate, a cui va ad aggiungersi una chitarra mai troppo invadente, anzi, talvolta relegata anche fin troppo sullo sfondo. Smeagol è a tutti gli effetti un chiaro riferimento agli Opeth, voluto o non voluto che sia, tanto nell’inquietante melodia iniziale quanto nella modulazione vocale del cantato. A parte i riferimenti alla band svedese -che continuano in alcuni intermezzi centrali- la canzone si evolve in un power prog intelligente, spezzato qua e là da dei ritmi mai uguali tra loro, ma che comunque sembrano far di tutto per sovrastare gli altri strumenti presenti. Insomma, il lavoro lo si svolge bene, ma c’è troppa voglia di mettersi in mostra, utile in certi casi, ma scomoda ai fini della scorrevolezza del disco. Per quanto possa essere arduo scegliere l’episodio migliore in una ristretta manciata di brani, The Wooden Door si pone come l’apice di questo lavoro, dall’alto di ritmiche ancora più varie ed interessanti di quanto sentito in precedenza e di liriche che passano facilmente dal pulito al growl, quasi che gli Apagoge si volessero imporre come dei novelli Dream Theater o dei novelli Opeth (e certo ce ne sarebbe bisogno di questi tempi!). Canzone impegnativa più che impegnata, fuori da ogni più immediato canone, sicuramente il pezzo forte su cui puntare nell’immediato futuro. C’è tempo anche per un brano calmo, a tratti malinconico, dal ritornello intrigante, di quelli che, nella loro semplicità, non riescono proprio a levarsi dalla vostra testa, così come il cantato simile per intenzioni a quello di una sirena in mezzo al mare in tempesta. Il richiamo della natura umana emerge in tutto il suo pathos, elevando non di poco il livello qualitativo del lavoro svolto dalla band nostrana. Si tratta di Shadow from the Past, una canzone che, per certi versi, ricorda molto da vicino gli Amorphis, quelli di Silent Waters, tanto per intenderci. Impossibile non rimanere colpiti dall’opera che abbiamo sotto i nostri occhi. Ambition è un EP che emerge in tutta la sua melodica irruenza e fa emergere allo stesso tempo le doti di questi cinque giovani musicisti, artisti ambiziosi, che certo sanno il fatto loro. Le qualità ci sono, lo stile -un power metal molto melodico- è quasi completamente definito, la voglia di creare, di comporre, secondo idee proprie, originali, è messa sempre più in risalto. Cosa manca? Un buon contratto discografico, forse. E tanta, tanta fortuna. Recensione da parte di Metallized.it
4655 giorni fa · Da APAGOGE APAGOGE
Recensione Per APAGOGE
Da Ravenna, gli Apagoge hanno attirato le mie attenzione dapprima per il monicker che si sono scelti (ho, infatti, scoperto che l'apagoge dovrebbe essere una figura retorica utilizzata in ambito filosofico…), ma subito dopo grazie alla loro proposta musicale, che ci hanno qui presentato con il loro secondo demo, composto da quattro nuovi brani, dopo quel "Berserk" realizzato nel corso del 2010. La titletrack sembrerebbe rivelare un approccio in linea con il classico Power Metal d'estrazione nordeuropea, ma già qui sono evidenti tanto l'interpretazione teatrale ed enfatica messa in atto dal cantante Willy, quanto un songwriting vario ed in grado di aggregare più soluzioni, che vanno dalle prime avvisaglie alle growl vocals sino a passaggi in forte odore di Prog Metal. Con "Smeagol" gli Apagoge aggiungono un inquietante tocco melodico sul quale si incastrano quegli interessanti break strumentali che ne caratterizzano poi la seconda parte, mentre la successiva "The Wooden Door" rivela un'indole nuovamente aggressiva (con il cantato in growl ancor più presente) che parrebbe quasi volersi ribellare agli evidenti elementi progressive e sinfonici, due aspetti che poi, nella conclusiva "Shadow from the Past", si trovano invece a dover convivere, in un buon equilibrio, nella canzone più melodica del lotto. Bisogna riconoscere agli Apagoge delle notevoli capacità nel sapere dare vita a brani articolati e dalle diverse sfaccettature, con un'invidiabile scioltezza e senza finire per risultare posticci ed ridondanti, anzi dando prova di avere almeno una marcia in più. Recensione da parte di Metal.it
4655 giorni fa · Da APAGOGE APAGOGE
Recensione Per APAGOGE
(2011 - Autoprodotto) voto: 7/10 Direttamente dalla riviera romagnola, ecco a voi gli Apagoge, quintetto power metal che ho apprezzato particolarmente e che recensisco con molto piacere! Già da questo loro EP -molto ben- autoprodotto del 2011, possiamo capire di che pasta sono fatti gli Apagoge: i brani risultano compatti, ben costruiti ed eseguiti da musicisti che sanno il fatto loro, scorrono notevolmente e ci avvolgono in atmosfere da cui non vorremmo più uscire. Questo per dire: peccato solo 4 canzoni!!! Da apprezzare notevolmente il brano “Shadow from the past”, semplice ma ricercato, e di sicuro con una melodia che ti rimane in testa per tutto il giorno, oltre alla più contorta “Smeagol” che, già dal titolo, lascia immaginare cosa ci aspetta; come essere dentro ad un labirinto di cui non riusciamo a trovarne l’uscita. Con “Ambition” e “The Wooden Door” possiamo ascoltare a tutto volume la rabbia e la potenza degli Apagoge, cosa che dimostrano anche con i loro non scontati testi. Perché sì, di un disco la musica è una parte importante, ma anche il testo deve avere la sua parte e dire, appunto, la sua! Se vogliamo interpretare la parte dell’avvocato del diavolo, l’unica pecca, se così si vuol chiamare, è che la pronuncia dell’inglese può essere migliorata, per rendere ancor più professionale il prodotto finale. In conclusione, gli Apagoge hanno le idee chiare, sanno trovare melodie che rimangono in testa senza essere scontati, con brani che a volte ti avvolgono e a volte ti attaccano, alternandosi in un’altalena carica di emozioni. E in musica è proprio quello che conta. Ascoltando un gruppo come gli Apagoge, capirete che idee nell’underground italiano ce ne sono e a bizzeffe, ma, come ben sapete, sono molte le occasioni che vengono a mancare nel nostro territorio. Quindi un motivo in più per supportare le nostre band che hanno tanto da dire e tanto da suonare, quindi un motivo in più per supportare gli Apagoge! Recensione da parte di Italia di Metallo
4674 giorni fa · Da APAGOGE APAGOGE
Recensione Per APAGOGE
Gli emiliano-romagnoli Apagoge ci fanno pervenire il loro EP di prossima uscita "Ambition". Sinceramente non sono riuscito a trovare nessun'altra informazione sul gruppo, né sul profilo facebook, né sul loro sito ufficiale, tranne che, sempre nel 2011, hanno pubblicato un altro EP intitolato "Berserk". Ma passiamo a questo lavoro. Si parte con la titletrack "Ambition", un bel pezzo power dalle tinte oscure, ben strutturato e rifinito. Ogni strumento mette il suo per dare alla traccia quell'atmosfera particolare che il titolo richiama; sembra infatti di assistere ai giochi di potere di questo ambizioso personaggio, pronto a tutto pur di raggiungere il proprio fine. In particolar modo, di alto livello è la prestazione del cantante, veramente suggestivo con la sua voce oscura e potente, attento alle minime sfumature di tono, e che verso metà brano dà sfogo alla propria "ambizione" con un bel growl cattivo e determinato. Molto buona la base di tastiere, efficace e mai invadente, e ottimo è il lavoro fatto alle pelli, molto vario, con bei passaggi e potenti sezioni di doppiacassa tritatutto. Dalle sonorità leggermente doom è "Smeagle", la cui prima parte, acustico/arpeggiata con un bel piano a supporto, è scandita da un tranquillo mid-tempo, sul quale scivolano le basse tonalità del vocalist. Verso metà traccia si assiste a una improvvisa accelerazione, che segna l'ingresso della distorsione, e che dà il via a una lunga sezione interamente strumentale, tra assoli, rallentamenti, ripartenze e continue variazioni di ritmiche. "The Woodden Door" mantiene le oscure atmosfere dei precedenti brani, presenta un bel tiro, dei riff taglienti e dei buoni passaggi ottimamente sostenuti dal comparto ritmico. Si ripresenta il growling cavernoso in contrasto al carismatico clean. Gli Apagoge mettono in campo non solo una buonissima tecnica, ma dimostrano una buona vena compositiva, con dei brani ben strutturati e ben eseguiti. "Shadow from the Past" è una bellissima semi-ballad. Nella prima parte solo l'arpeggio di chitarra acustica accompagna la bella voce del frontman, fino al momento in cui esplodono le distorsioni e si affiancano comparto ritmico e pianoforte. Molto piacevoli gli inserti in solitaria di piano che spezzano in un paio di occasioni l'andamento del brano, così come sono davvero belli i brevi assoli di chitarra seminati lungo la traccia. Un EP indubbiamente di alto livello. Gli Apagoge si dimostrano un buon gruppo dalle idee interessanti, una buona tecnica e un cantante dalla voce carismatica. Mi piacerebbe saperne di più su di loro, magari attraverso una bella bio pubblicata sul loro profilo facebook. Recensione fatta da: Mondo Metal
4722 giorni fa · Da APAGOGE APAGOGE
Recensione Per APAGOGE
Quando ho letto la descrizione che riportano gli Apagoge a proposito di loro stessi, ho letto la parola "symphonic"; essa, unita ai testi dai titoli tolkieniani, mi ha fatto pensare subito ad una band che si collocasse a metà tra il suono epico e possente dei Summoning e l'epica irruenza dei Blind Guardian. Non appena ho fatto partire la prima traccia, "Ambition", sono rimasto molto sorpreso dall'assalto sonoro che mi ha aggredito, e ho capito di aver fatto i conti senza l'oste. Molto poco riferibili ai Summoning, visto lo sbilanciamento verso le chitarre più che verso le tastiere; troppo power - oriented per essere assimilati ai Blind Guardian, notoriamente dediti ad un metal spiccatamente epico e fantastico, che si è progressivamente distaccato dai ritmi veloci ed è approdato a lidi più operistici. Ciò che propone questa giovane band di Ravenna, alle prese con il secondo Ep che fa seguito al precedente "Berserk", è invece un power metal dalle tinte vagamente sinfonico / epiche, meno accentuate di quel che si potrebbe pensare, e più assimilabie al filone thrash e progressive, generi che sempre più spesso vengono uniti al power metal nel tentativo di rendere il songwriting meno statico. Tentativo riuscito da parte degli Apagoge, che assemblano quattro tracce piacevoli e capaci di coinvolgere l'ascoltatore, picchiando duro quando serve ma riservandosi ampie fette di melodiosità. Qualità sonora eccellente, riffing energico, parti vocali assolutamente protagoniste della scena grazie a numerosi cambi di registro e timbriche (si passa dalla voce pulita e teatrale fino addirittura ad un sorprendente growl!), ritmiche corpose e tecniche, capaci di variare con sufficiente fantasia per spezzare l'andamento del brano e non renderlo una cavalcata troppo monocorde; sono questi gli elementi sui cui la band fonda il proprio operato, dimostrando buone potenzialità. La fusione dei generi è riuscita molto bene per quel che riguarda questo breve Ep di esordio: c'è da augurarsi che il gruppo proceda per questa strada e riesca ad aggiungere ancora qualche elemento al proprio sound, così da risultare completamente personale e convincente, traguardo che a giudicare dalle premesse non appare così lontano. Recensione da parte di " Emozionidistorte.com"
4722 giorni fa · Da APAGOGE APAGOGE
Recensioni Band